Politamente co.. o ..ra?

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    LEGGENDA GAY

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    Il titolo un po' emblematico è scelto perché al giorno d'oggi prima di dire, scrivere e pensare sembra che si debba fare un'analisi approfondita, parlo di quella che sembra la moda del politicamente corretto che sembra molto più una censura e una limitazione d'espressione.
    Credo che le cose vadano contestualizzate in base alla situazione o abitudine e solo dopo si può dire che siamo difronte a qualcosa d'offensivo; penso ai comici che spesso si bloccano e non fanno più del gag per non essere offensivi. In quelle situazioni e chiaro che non offendono ma come il loro loro ruolo impone e estremizzare e far ridere il pubblico.

    Questo è solo un la per la discussione se c'è vita prosperi.
     
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    big sweaty young feet licker

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    Non penso che la questione sia posta nella prospettiva di un dialogo ma piuttosto in quella del sondaggio malpancista: potremmo dire quel che caxxo vogliamo o dobbiamo farci censurare da questi ipocriti che controllano l'informazione?!? Sì, suona tanto come il discorso di una donna, madre, cristiana o di uno dei due Mattei di estrema destra.

    Ti pare che a qualcuno sia stata - di recente - tolta la parola in Italia?

    Ti pare che i due ceffi che ho nominato siano stati censurati da qualsivoglia medium? Giornali, televisioni, ed ovviamente i social sono pieni delle loro esternazioni, nelle due possibili accezioni dell'espressione "essere pieno". A quei due comici che hanno messo su una provocazione condita di insulti per dimostrare che "se ti senti offeso è un tuo problema" hanno persino dato un programma in prima serata su una rete Mediaset, e cioè hanno potuto utilizzare un budget di svariate decine di migliaia di euro per poter esprimere dei concetti che con la comicità o la satira hanno niente a che vedere.

    Per andare poi sullo specifico, visto che si tratta di un forum gay, vorrei capire in che modo ai vari Pillon, Ostellari, al mitico Adinolfi o ancora alla vecchia Binetti e al decrepito Buttiglione, a chi di questi sia mai stato impedito di esprimere le loro considerazioni omofobe al limite dell'insulto nei confronti degli omosessuali. Ed aggiungo che ogni volta che un esponente politico o istituzionale tira fuori una medievalata, altro che censura: la notizia viene riportata da ogni agenzia di informazione e rilanciata - talvolta con sdegno - dai mezzi di informazioni più attivisti nel campo dei diritti civili.

    No, la questione è proprio malposta. Non si tratta di censura, quindi non ha senso chiamare in causa il poltically correct (dato che gran parte di chi esprime queste considerazioni ha a che fare con la politica!). Si tratta sì di politica, di generare una reazione in chi riceve questi messaggi, di dividere nettamente l'auditorio, di costringere il popolo a schierarsi: pro o contro. E dunque ecco la parola chiave: GIUDIZIO.

    Anche qui abbiamo due accezioni. Quella immediata è che ogni affermazione suscita il giudizio di chi la ascolta. Chi parla lo sa bene ed è questo che vuole: vuole che alcuni giudichino negativamente quelle frasi, così che il muro di martiri nonpensanti si sollevi a rigida protezione. Attenzione: vale per la destra come per la sinistra, perché mica a sinistra sono scemi e non sanno come usare la retorica. La differenza fondamentale è che a destra sono misantropi e se la prendono con certe categorie di persone (omosessuali, transessuali, stranieri, poveri delinquenti, ecc), mentre a sinistra sono invidiosi e se la prendono con certe altre categorie di persone e status (ricchi, corrotti che sono stati scoperti, avversari politici, ecc).

    Ma ecco la seconda accezione della parola "giudizio". Cioè la qualità che chi vuole esprimersi pubblicamente dovrebbe possedere, l'essere giudizioso. Perché quando si parla o si scrive qualcosa che anche degli estranei leggeranno, e che tenteranno o meno di capire e di utilizzare, bisogna mettere in conto ogni possibile manipolazione di quel messaggio. Non si tratta di essere politicamente corretto, se non nel senso che si dovrebbe cercare di essere politicamente "fedeli" alla propria convinzione politica.
    Questo significa che se io nella vita ho pieno rispetto delle donne, non dovrebbe mai capitare che in un mio discorso io lasci trapelare misoginia o sessismo: se questo accade, volutamente o peggio per caso, significa che non sono sincero quando affermo quella mia posizione politica. Senza addentrarmi su ogni dibattito e contraddizione, i temi che oggi dividono l'opinione pubblica, spesso neppure compresi appieno da coloro che vogliono dire la propria, sono questi:
    - identità e ruolo di genere, cioè se i generi siano cultura o natura e dunque se vada "concessa" (io direi riconosciuta e sancita) la libertà di scegliersene uno, due, tutti o nessuno;
    - la qualità del sesso biologico alla nascita, ovvero se la nostra tradizionale interpretazione della natura sessuale come rigidamente binaria abbia ancora senso di essere imposta e dunque se si debba negare qualsiasi correzione a ciò;
    - la pari dignità di ogni essere umano, cioè se sia vero che tutti gli esseri umani possano (debbano) godere di pari diritti civili e sociali o se questi vadano riservati ad una più o meno ristretta categoria di persone che, per loro fortuna o merito o scelta di comodo, aderiscano al modello dominante.

    Risulta chiarissimo che nello schierarsi da un lato o l'altro delle barricate, o anche nel non prendere posizione e dunque stare automaticamente con la parte che "resiste" al cambiamento, è fondamentale "scegliere" come esprimere queste idee. Si può farlo denigrando ed offendendo l'avversario, oppure si può farlo cercando di fare emergere delle contraddizioni ma senza attacchi personali. Si tratta di scegliere quanto "giudizio" siamo in grado di esercitare e di suscitare.

    Edited by forfeet - 15/7/2021, 12:10
     
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1 replies since 8/7/2021, 15:42   32 views
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